Ineos: il primo motore alimentato a spazzatura.

20 07 2008

Udite, udite! La Ineos, grande azienda chimica britannica annuncia sul suo sito la messa a punto di un rivoluzionario procedimento tecnologico che permette la trasformazione della volgare immondizia in bioetanolo utilizzabile come carburante per le vetture. Il procedimento consiste di 3 fasi: prima si cuoce la spazzatura ad altissima temperatura fino a ridurla allo stato gassoso, I gas così ottenuti alimentano speciali batteri naturali che se ne servono come materia prima per generare bioetanolo grezzo. In ultimo si purifica il bioetanolo. In questo modo a differenza di altri combustibili naturali ad alto impatto etico-ambientale (ad esempio energia ottenuta da prodotti agricoli – un vero schiaffo alla fame nel mondo), si offre anche un servizio di riciclo della “munnezza”, (alla faccia del problema Campania). Al momento l’unico modo per poter far camminare le nostre auto con il bioetanolo sarà miscelandolo con benzina super o con gasolio – non avendo ancora in uso motori con tecnologie in grado di alimentarsi unicamente a bioetanolo (a differenza del Brasile), in ogni caso stando a quanto riferisce la Ineos, il suo impiego parziale sarà sufficiente per una riduzione di ben il 90% di nocivi gas emessi dalle normali auto a benzina che accentuano il problema dell’effetto serra. Ineos è una delle più importanti aziende chimiche del pianeta e con il nuovo procedimento tecnologico di riciclaggio della spazzatura – sviluppato in un laboratorio biochimico di Fayetteville in Arkansas (Usa) a partire dal 1989 e già testato con un esperimento pilota negli ultimi cinque anni – punta a ridurre di circa il 10% il fabbisogno di benzina in Europa e Nord America. La società annuncerà prossimamente dove intende incominciare la produzione commerciale di questo “bioetanolo di seconda generazione”. L’intenzione è comunque di andare “ad una rapida espansione su scala mondiale”.




Linux Ubuntu: impostare gli alias.

16 06 2008

Bash mette a disposizione due comandi interni molto interessanti: alias e unalias. Il primo dà la possibilità all’utente di rinominare un comando od uno script, mentre il secondo cancella un alias creato in questo modo. Se apriamo una shell e lanciamo il comando

  • alias

ci viene mostrato a video una lista di tutti gli alias attualmente attivi. Ovviamente questa lista può cambiare da utente ad utente o anche da distribuzione a distribuzione.
La definizione degli alias avviene con il seguente comando:

  • alias nomeAlias=’comando + opzioni’

L’inconveniente è che gli alias creati in questo modo vengono persi nel momento in cui eseguiamo il logout. Risulta quindi utile salvare gli alias che vengono usati più frequentemente nel file .bashrc nella propria home directory. In questo modo vengono ridefiniti tutte le volte che eseguiamo il login. Vediamo come fare.
Per prima cosa sempre meglio eseguire una copia di backup del file in questione:

  • cp .bashrc .bashrc_backup

Adesso dalla propria home, lanciamo il comando

  • sudo gedit ~/.bashrc

Nota che il simbolo tilde indica la propria home e lo si può ottenere semplicemente premendo il tasto PAG↓ oppure premendo ALT-GR + ì in una shell. Se ci siamo però posizionati già nella propria home, lo si può anche non digitare. Non vi resta che aggiungere nel file i propri alias:

  • alias nomeAlias=’comando + opzioni’

Esiste in realtà un modo più pulito di gestire i propri alias. Nel file ~.bashrc esite una sezione

  • # Alias definitions.
    # You may want to put all your additions into a separate file like
    # ~/.bash_aliases, instead of adding them here directly.
    # See /usr/share/doc/bash-doc/examples in the bash-doc package.

    #if [ -f ~/.bash_aliases ]; then
    #    . ~/.bash_aliases
    #fi

Si possono decommentare le ultime 3 righe (da if a fi):

  • # Alias definitions.
    # You may want to put all your additions into a separate file like
    # ~/.bash_aliases, instead of adding them here directly.
    # See /usr/share/doc/bash-doc/examples in the bash-doc package.

    if [ -f ~/.bash_aliases ]; then
    . ~/.bash_aliases
    fi

Adesso abbiamo attivato il file ~/.bash_aliases in cui possiamo salvare tutti i nostri alias, lasciando inalterato il file ~/.bashrc.





YouTomb e gli «scarti» di YouTube

15 06 2008

Dove finiscono i video banditi da YouTube? Su YouTomb! YouTomb è un archivio web realizzato dal gruppo Free Culture dall’autorevole Massachusset Institute of Technology (Mit). In particolare su YouTomb ci finiscono i dettagli e la descrizione di quanto – in media ogni due minuti – viene rifiutato dalla piattaforma di condivisione video di proprietà di Google per motivi legati al diritto d’autore. L’idea del progetto è nata dopo il lancio di YouTube Video Identification, una tecnologia software creata per rilevare contenuti potenzialmente illegali attraverso l’analisi sia audio che video di quanto sottomesso dagli utenti. YouTomb monitora continuamente i video più popolari su Youtube alla ricerca di violazioni del copyright. Quando il sistema trova un video sospetto, scatta automaticamente una notificazione alla società detentrice dei diritti, che potrà avvalersi delle pratiche legali a disposizione. Impossibile ovviamente riproporre i video incriminati: si possono però leggere i metadata e sapere per esempio da quanto tempo il video è stato eliminato da Youtube e quante volte è stato visto prima di essere cancellato. Una sorta di misurazione del danno subito prima che i sempre più stretti controlli di YouTube intervenissero. Per la serie “…è proprio quello che non posso fare quello che voglio fare…” è pleonastico affermare che sono proprio i video proibiti oggetto del desiderio di molti: le tecniche per scaricare i video da YouTube prima che questi vengano cancellati, sono ormai tanto diffuse che non di rado capita che certe <<delizie>> siano facilmente reperibili nei circuiti peer2peer anche dopo l’eliminazione. Su YouTomb esiste una sezione statistiche che elenca le multinazionali più coinvolte, ma forse è più interessante notare che uno dei membri del progetto è rimasto colpito dalla quantità di video anti-Scientology rimossi, tanto da pubblicare un file CSV con tutti i casi registrati.





Le previsioni sul futuro tecnologico dell’eminente Raymond Kurzweil.

14 06 2008

Al recente World Science Festival di New York, l’esperto futurologo Ray Kurzweil ha espressp alcune delle sue previsioni per il futuro prossimo: a sentire lui non c’è poi da preoccuparsi tanto.
Nel seguito una breve panoramica di alcuni futuri “miracoli” previsti da Kurzweil sulla base della curva esponenziale di sviluppo di scienze e tecnologie attuali:
Entro 5 anni, il progresso esponenziale nel nanoengineering renderà l’energia Solare economicamente competitiva o più vantaggiosa rispetto ai combustibili fossili;
Entro 10 anni, verrà sintetizzata una pillola che ci consentirà di mangiare tutto quello che ci piace senza ingrassare;
Entro 15 anni, l’aspettativa di vita crescerà molto più velocemente di quanto fatto sino ad ora;
Entro circa 20 anni tutta l’energia consumata sarà prodotta da fonti pulite e rinnovabili, e finalmente esisterà un Computer che riuscirà a superare il test di Turing sviluppando una conversazione nella quale risulterà indistinguibile da un umano.

Avvallando la credibilità di quanto afferma, il New York Times sottolinea che in passato Kurzweil ha sempre dimostrato estrema cura per i dettagli e si è sempre dimostrato profetico: “Potrebbe suonare troppo bello per essere vero, ma contrariamente alle critiche che riceve, non è uno che scherza: si tratta di un futurologo con un’altissima credibilità anche presso la National Academy of Engineering, che ha pubblicato le sue previsioni sul Solare.
Nel 1976 ha previsto l’avvento di dispositivi per scannerizzare e leggere testi.
Nel 1980 ha previsto l’esplosiva crescita del web 10 anni dopo, e un computer campione di scacchi 20 anni dopo.”
Vent’anni fa ha previsto che “nei primi anni del 21° secolo” persone prive di vista potessero leggere testi ovunque utilizzando un dispositivo portatile.

Insomma, ci sarebbe quasi da crederci quando una persona così attenta e rigorosa fa previsioni del genere.”Certi aspetti della tecnologia seguono traiettorie formidabili”, nota Kurzweil.
Se avrà ragione, il futuro sarà più “roseo e verde” di quanto immaginiamo, e nuove incredibili prospettive si apriranno davanti a noi.





Genepax: il motore elettrico alimentato ad acqua.

14 06 2008

In tempi di crisi energetica e di prezzi incredibili per i combustibili fossili, presi giusto in mezzo tra i ruggiti di una vecchia economia e i desideri di rivoluzione tecnologica e ambientale, in quanti non hanno sognato di vivere in un mondo senza inquinamento e ad energia illimitata? Pensate se le auto potessero viaggiare ad acqua anziché a benzina! E se fosse possibile? La società giapponese Genepax ha depositato la domanda di brevetto per un motore elettrico alimentato ad acqua. E quando dico “acqua” intendo dolce, salata o piovana. Ha il sapore di una rivoluzione, l’annuncio fatto dalla società giapponese; se tutto verrà confermato, dopo un immancabile lunga fase industriale post-prototipo, potrebbe essere una pensata destinata a stravolgere l’ordine attuale delle cose.
Kiyoshi Hirasawa, CEO dell’azienda ,ha dichiarato che il motore, con un solo litro di acqua, sarebbe in grado di far viaggiare un’auto per circa un’ora a 80 km orari. Il motore funziona grazie a un generatore che converte in energia elettrica l’acqua versata nella tanica, posizionata sulla parte posteriore dell’auto, secondo quanto ha spiegato Hirasawa all’emittente di Tokyo.
‘Non c’è bisogno di costruire un’infrastruttura per ricaricare le batterie, come avviene di solito per la maggior parte delle auto elettriche’, ha aggiunto Hirasawa.
Hirasawa ha ammesso che l’applicazione pratica non è nel futuro immediato e spera che il brevetto sia di interesse delle grandi case automobilistiche giapponesi. Serve ancora una fase di sviluppo e bisogna sperare che almeno uno dei grandi produttori creda in questa prospettiva.
Intanto, le maggiori case automobilistiche stanno lavorando per la realizzazione di automobili a pile che funzionano a idrogeno e che producono acqua, invece che consumarla.