Download Manager: eccone una lista!

28 10 2008
Quando si ha necessità di effettuare un download da web di una lista di file per centinaia di MB, il browser di certo non rappresenta il mezz più performante, in quanto si è vincolati a delle attese bibbliche, costretti allo scaricamento completo di ogni singolo file, con annessi rischi di errori di trasferimento che ti obbligano a rifare il download, e a scorinare tutto il proprio vocabolario di imprecazioni, rispolverando per l’occasione anche quelle più indicibili. Molto meglio utilizzare un Download Manager, un programma ad hoc che si occupa solo di gestire il downloading (e a volte anche l’uploading) di file caricati su Internet, previenendo eventuali errori di trasferimento e pemrettendo anche di salvare lo stato parziale del download, senza essere costretti a farlo ripartire da capo.
Ecco cosa cè scritto su Wikipedia alla voce Download Manager:
“Il gestore di download (o download manager) è un programma informatico che si occupa del downloading (e a volte dell’uploading di file caricati su Internet. A differenza di un download effettuato tramite un browser (in cui si deve aspettare obbligatoriamente lo scaricamento completo del file, che a volte può subire qualche errore), quello compiuto con il gestore di download previene eventuali errori causati da un cattivo trasferimento dei dati e consente di salvare lo stato parziale del download, senza essere costretti a farlo ripartire da capo. Un gestore di download può anche dividere il file richiesto in 2 o più segmenti, che poi vengono scaricati parallelamente, rendendo in questo modo più rapido il download nei limiti della banda disponibile.”
Eccone qui di seguito una lista dei migliori ovviamente gratuiti e per vari sistemi operativi:
  • Free Download Manager. E’ uno tra i migliori programmi open-source di questo tipo ( se non il migliore ), contemplando una lunga serie di caratteristiche e funzionalità, tra queste la possibilità di scaricare file con il protocollo BitTorrent, un Upload Manager per condividere i file con altri utenti, Flash Video download per scaricare video YouTube, Google Video, etc. e poi salvare in formato .Flv o convertirli in un altro formato video, Anteprima file audio / video prima ancora che il download sia completato, e molto altro ancora. Rimando a questo link per una completa spiegazione su come installarlo ed utilizzarlo.
  • Flashget Jetcar. Eccezionale sotto quasi tutti i profili (l’unico neo è che non ha il leech della pagina come gozzilla e non gestisce piu’ di 8 files in download contemporaneo)
  • RapGet. Sviluppato per ambiente Windows, vanta un supporto multi download, multilingua. Ha un gran numero di servizi supportati.
  • JDownloader. Sviluppato per ambiente Windows, vanta un supporto multi download, multilingua. Ha un gran numero di servizi supportati. E’ anche multipiattaforma visto che è scritto in Java.
  • Orbit Downloader. Sviluppato per ambiente Windows, ha in più la possibilità di scaricare video e audio dai siti di streaming e social media.
  • RapidWarex. Sviluppato per ambiente Windows, funziona con tecnologia .NET, quindi molto leggero.
  • RapidsharePlus!. E’ leggero, semplice ed immediato da utilizzare. Sviluppato per ambiente Windows.
  • Modrapi. E’ Rapidshare download manager per Linux.




Netbook: e’ forse il momento per acquistarne uno?

26 10 2008
Dell Inspiron Mini 9

Dell Inspiron Mini 9

Avete mai sentito parlare dei mini-notebook, anche detti netbook?
Sono dei computer portatili dalle dimensioni ridotte, in genere la diagonale dello schermo è al di sotto dei 12″. I pionieri di questo settore sono stati Asus (con il suo ormai famoso EEE Pc), MSI (che produce il suo più apprezzato rivale, il Wind), e Acer (il cui cavallo di battaglia è l’Aspire One).
A ruota, praticamente tutti i produttori piccoli e grandi di pc, hanno messo a listino un netbook. Devo dire che sin’ora, l’unica alternativa al EEE Pc modello 901 (quello con il processore Atom, e l’hard disk allo stato solido, la batteria molto capiente, ecc ecc..), a mio avviso è rappresentata dal Dell Inspiron Mini 9.
Il prodotto di Dell, pur avendo una batteria meno capiente (2200mAh), una webcam meno performante (0.3Mpx) ed altre cosette, rappresenta secondo me un prodotto equilibrato; e non mi si dica che per 50€ in più si può acquistare il EEE 901 che ha tante cosette in più: innanzi tutto, 50€ su 350€ rappresentano quasi il 15% del prezzo (quindi una percentuale assolutamente non trascurabile); seconda cosa, è inutile avere cose di cui certamente non si farà utilizzo. Posso capire di volere una durata del pc non minima, ma quanti utilizzerebbero il pc per più di 3 ore, con wifi acceso (quindi con accesso ad una rete wireless) senza poter ricaricare?

Ad ogni modo, se volete toccare con mano il prodotto Dell, a quanto pare l’occasione è giunta: apprendo da Netbook Italia che l’Inspiron Mini 9, normalmente venduto a 319€ più 29€ di spese di spedizione (in sostanza i 350€ di cui parlavo), può essere acquistato a partire dal 27 ottobre a 299€. Tra l’altro, essendo i prodotti Dell venduti online, questa è una delle poche occasioni per vedere il pc da vicino, a meno di non conoscerne un possessore.

Ultimo particolare: il netbook Dell è il primo a fornire come sistema operativo Ubuntu Notebook Remix. Volete mettere il valore aggiunto rispetto a Xandros (attualmente fornita da Asus) o Linpus (fornita da Acer)? Un gradino sopra!!

Fonte: Netbook Italia





Come installare programmi in linux: tutti i metodi.

27 06 2008

Oggi propongo un resoconto di tutti i possibili modi che si hanno a disposizione su sistemi GNU/Linux per l’installazione di software. Se qualche lettore notasse sbavature o volesse suggerire ulteriori metodi e correzioni a quanto di seguito scritto, sarà ben accolto. Non si finisce mai di imparare.
Compilazione da sorgente
Come si evince dal titolo, l’installazione viene eseguita direttamente da file contenenti codice sorgente. File di questo tipo sono reperibili on-line, e per installare programmi distribuiti attraverso sorgenti, bisogna effettuare la compilazione e poi l’installazione vera e propria. Per farsi una idea, il sorgente si può reperire dalla rete per esempio su http://www.sourceforge.net. Le operazioni di compilazione ed installazione richiedono la presenza sul proprio sistema operativo del compilatore (gcc) e dell’interprete dei Makefile (make). Facciamo un esempio supponendo di aver scaricato dalla rete in pacchetto compresso di nome <pacchetto>. Bisogna per prima cosa scompattare l’archivio dando il comando:

Si entra poi nella cartella appena creata con il comando:

  • cd <pacchetto>

Dalla posizione correte di lancia il comando:

  • ./configure

Tale comando effettua un adattamento del codice sorgente al sistema operativo in uso e controlla eventuali dipendenze. Alla fine delle operazioni produce un Makefile. A questo punto bisogna effettuare la compilazione vera e propria, lanciando il comando:

  • make

oppure in alternativa il comando:

  • make all

Questo comando esegue la compilazione sulla base di quanto indicato nel Makefile prodotto dal precedente comando. È ora possibile eseguire l’installazione del programma lanciando il comando:

  • make install

Alle volte, si presentano casi in cui lanciando il comando comando make viene automaticamente lanciato anche il comando make install. In tali casi si rende necessario lanciare il comando make con i privilegi di root. Ci si accorge della cosa semplicemente dal fatto che nella normale procedura lanciata in precedenza, compare qualcosa che non va, che fa fallire l’installazione richiedendoci dei privilegi da root.
Installare software con tale meccanismo ha il problema dell’assenza di integrazione con il gestore dei pacchetti, quindi a volte risulta complicata la rimozione del software se nella cartella non è presente il file uninstall. Nel caso esistesse un file uninstall nella cartella del software, la disinstallazine viene eseguita semplicemente lanciando il comando:

  • make uninstall

Programma precompilato
Il programma precompilato è reperibile on-line nella stessa forma in cui è reperibile il sorgente, ovvero in un file compresso. Effettuata la decompressione, nella cartella del programma precompilato è presente però, a differenza del file sorgente, un file di installazione, per esempio installer.sh. L’installazione è pertanto più rapida e necessita di un unico passaggio:

  • ./installer.sh

Anche in questo caso si ha la completa assenza di integrazione con il gestore di pacchetti, pertanto anche in questo caso a meno che non esista un file uninstall, la rimozione del software deve essere eseguita in maniera poco ortodossa. Almeno per quanto ne so. Spero a tal proposito che qualcuno possa smentirmi.

Pacchetti tramite gestore
L’installazione di software tramite programmi di pacchettizzazione risolve i problemi riscontrati con i metodi precedenti, garantendo la piena gestibilità del software presente sulla propria macchina, in maniera veloce ed automatizzata.
Il package manager di Ubuntu, come noto, è Synaptic. Lo si può utilizzare tramite Sistema->Amministrazione->Gestore pacchetti Synaptic oppure direttamente da shell tramite i vari comandi di apt-get:

  • apt-cache search

  • sudo apt-get install pacchetto

  • sudo apt-get update

Ovviamente questo è il metodo più pulito e semplice.





Screenlets: piccole Widget che galleggiano sul desktop.

26 06 2008
Voglio segnalare una diavoleria grafica molto carina assolutamente da provare col pinguino: le screenlets. Le screenlets sono delle piccole Widget scritte in Python, che galleggiano sullo schermo e necessitano di un Composite Manager (Beryl o Compiz ) per funzionare. Innanzitutto bisogna aggiungere il repository delle screenlets. Per fare questo, in Hardy Heron, apriamo Synaptic, andiamo su Impostazioni->Archivi dei pacchetti. Apriamo il tag Software di terze parti ed aggiungiamo questa riga:

Chiudiamo la finestra e clicchiamo su Ricarica. Il repository non usa nessuna chiave. Ora non resta che cercare il pacchetto “screenlets” in Synaptic, selezioniamolo e applichiamo le modifiche. Facciamo partire il programma andando in Applicazioni->Accessori->Screenlets. Quando il programma viene avviato, di default è spuntata una opzione che fa comparire nell’area di notifica una tray-icon del gestore delle screenlets, raffigurante un computerino grigio e nero. Per aggiungere al nostro desktop una screenlets clicchiamo su questa icona e andiamo in settings. Lascio a voi l’esplorazione. Io ne sono rimasto folgorato. Tutto funzionante ottimamente e configurabile in maniera completamente intuitiva.





Linux Ubuntu: impostare gli alias.

16 06 2008

Bash mette a disposizione due comandi interni molto interessanti: alias e unalias. Il primo dà la possibilità all’utente di rinominare un comando od uno script, mentre il secondo cancella un alias creato in questo modo. Se apriamo una shell e lanciamo il comando

  • alias

ci viene mostrato a video una lista di tutti gli alias attualmente attivi. Ovviamente questa lista può cambiare da utente ad utente o anche da distribuzione a distribuzione.
La definizione degli alias avviene con il seguente comando:

  • alias nomeAlias=’comando + opzioni’

L’inconveniente è che gli alias creati in questo modo vengono persi nel momento in cui eseguiamo il logout. Risulta quindi utile salvare gli alias che vengono usati più frequentemente nel file .bashrc nella propria home directory. In questo modo vengono ridefiniti tutte le volte che eseguiamo il login. Vediamo come fare.
Per prima cosa sempre meglio eseguire una copia di backup del file in questione:

  • cp .bashrc .bashrc_backup

Adesso dalla propria home, lanciamo il comando

  • sudo gedit ~/.bashrc

Nota che il simbolo tilde indica la propria home e lo si può ottenere semplicemente premendo il tasto PAG↓ oppure premendo ALT-GR + ì in una shell. Se ci siamo però posizionati già nella propria home, lo si può anche non digitare. Non vi resta che aggiungere nel file i propri alias:

  • alias nomeAlias=’comando + opzioni’

Esiste in realtà un modo più pulito di gestire i propri alias. Nel file ~.bashrc esite una sezione

  • # Alias definitions.
    # You may want to put all your additions into a separate file like
    # ~/.bash_aliases, instead of adding them here directly.
    # See /usr/share/doc/bash-doc/examples in the bash-doc package.

    #if [ -f ~/.bash_aliases ]; then
    #    . ~/.bash_aliases
    #fi

Si possono decommentare le ultime 3 righe (da if a fi):

  • # Alias definitions.
    # You may want to put all your additions into a separate file like
    # ~/.bash_aliases, instead of adding them here directly.
    # See /usr/share/doc/bash-doc/examples in the bash-doc package.

    if [ -f ~/.bash_aliases ]; then
    . ~/.bash_aliases
    fi

Adesso abbiamo attivato il file ~/.bash_aliases in cui possiamo salvare tutti i nostri alias, lasciando inalterato il file ~/.bashrc.





Alsamixer & Hardy: problemi di convivenza.

7 06 2008

Il problema sul mio Asus Z53J (identico in tutto e per tutto all’Asus F3JC) con Hardy è che non riesco a usare alsamixer. Con Gutsy fungeva benissimo. Ho provato di tutto, ma proprio tutto, fino a quando in un forum mi hanno consigliato questa ricetta. Il problema era che quando lanciavo alsamixer da shell mi veniva ritornato un codice di errore del tipo:

raffaele@raffaele-laptop:~$ alsamixer
alsamixer: function snd_mixer_load failed: No such file or directory
raffaele@raffaele-laptop:~$

La soluzione è stata quella di reinstallare gli alsa con il ‘module assistant’. Basta dare il seguente codice:

sudo aptitude install module-assistant
sudo m-a update
sudo m-a prepare
sudo m-a a-i alsa

E quando chiede di ricaricare i moduli basta un semplice riavvio. Adesso tutto funge a dovere.





Linux: i programmi che bisogna assolutamente installare

7 06 2008

Oggi voglio aprire un post sui programmi basilari che si ritengono indispensabili sul pinguino. Personalmente penso che non si possa assolutamente fare a meno dei seguenti:

  • suite d’ufficio: OpenOffice, GNumeric (bel software, a volte m’è parso anche più compatibile con Excel)
  • lettore (magari anche editor) pdf: Kpdf tutta la vita
  • masterizzazione: più GnomeBaker, con Brasero a volte ho avuto problemi
  • gestore torrent: Deluge tutta la vita
  • visualizzatore di immagini: gThumb in genere va più che bene
  • lettore multimediale: Kaffeine è bellissimo, VLC quando hai bisogno di aprire stream di rete,MPlayer per le emergenze, Totem per la maggior parte dei casi va più che bene
  • network manager: ASSOLUTAMENTE OBBLIGATORIO: WICD al posto di network manager di Gnome… è mille volte meglio (senza scherzare)
  • mail reader: Evolution, freepops (demone indispensabile per i pop su molti domini)
  • programmazione: KDevelop è molto molto bello (mi piace più di Anjuta per Gnome), Eclipse
  • lettura file immagini: Acetone (ottimo clone di Daemon Tools per Linux)

    Se vi ricordate qualche altra applicazione che potete consigliarmi perché l’avete trovato comoda, citatela.





Grub: Cambiare lo sfondo del boot

6 06 2008

Per chi non ha mai avuto un buon feeling con grub, di seguito è proposta una semplice e veloce procedura per cambiare lo sfondo a grub, ed ottenere così una veste grafica del boot manager più accattivante.

Innanzitutto bisogna scegliere una immagine. Una volta scelta l’immagine, bisogna editarla con Gimp. Tre piccoli e veloci passaggi per renderla compatibile con le specifiche del boot manager:

  1. Scalare l’immagine. Dal menù scegliere “Immagine” -> “Scala Immagine” selezionando la risoluzione 640×480.
  2. Il passo successivo consiste nel cambiare la modalità dell’immagine, sempre tramite menù scegliendo “Immagine” -> “modalità” e selezionando indicizzata. Bisogna ora spuntare l’opzione Genera tavolozza ottimale e inserire come numero massimo di colori: 14.
  3. Salvare l’immagine con estensione .xpm

Abbiamo appena completato il lavoro sull’immagine, ed abbiamo una immagine compatibile con i vincoli di sfondo di Grub. Non rimane che dire a Grub lo sfondo da usare. Per farlo basta aprire un terminale e comprimere l’immagine appena creata con il seguente comando:

gzip nome_immagine.xpm

Successivamente spostiamo l’immagine compressa nella cartella /boot/grub tramite il seguente comando:

sudo mv nome_immagine.xpm.gz /boot/grub

Ora, bisogna editare il file di configurazione del grub:

sudo gedit /boot/grub/menu.lst

Aggiungere all’inizio del file la riga:

splashimage=(hd0,5)/boot/grub/nome_immagine.xpm.gz

supposto che il Grub sia installato nel disco hd0 partizione 5 (questo dipende da voi).

Per vedere in quale hd è installato il GRUB, cercate nel file menu.lst la voce groot (è commentata). Troverete:

## default grub root device
## e.g. groot=(hd0,0)
# groot=(hd0,5)

in questo caso è (hd0,5).

Se tutto è andato liscio, al prossimo riavvio comparirà lo sfondo voluto.





Privilegi di root a portata di clic

4 06 2008

Vi è mai capitato di voler aprire un file direttamente con i privilegi di root senza dover passare per la shell? A me si. Ecco un modo comodo per farlo in piena pigrizia, praticato ampiamente in ambiente kde ma sconosciuto a molti in gnome. Da terminale bisogna editare un file di testo e riempirlo con opportuno codice. Ecco la ricetta.

  • Aprire una shell e lanciare il comando seguente

  • gedit $HOME/.gnome2/nautilus-scripts/Open\ as\ root

  • Bisogna adesso inserire all’interno del file le seguenti righe di codice

  • for uri in $NAUTILUS_SCRIPT_SELECTED_URIS; do
    gksudo “gnome-open $uri” &
    done

  • Salvare il file appena creato.Sempre nella shell, lanciare il seguente comando per renderlo eseguibile
  • chmod +x $HOME/.gnome2/nautilus-scripts/Open\ as\ root

    Se tutto è stato fatto correttamete, d’ora in poi per aprire un file con i privilegi di root, basta cliccarci sopra con il tasto destro del mouse, selezionare la voce – SCRIPTS >> APRI COME ROOT , non rimane che inserire la password.





    Driver Canon Pixma MX300 e linux

    3 06 2008

    Il caso

    Ho acquistato una stampante Canon multifunzione modello Pixma MX300. Bell’aggeggio davvero, funge da stampante, da scanner e da fax e gode soprattutto di un ottimo rapporto qualità/prezzo. Il problema però è che non esistono driver proprietari ad hoc per il pinguino. Non so se verranno mai sviluppati tali driver, per cui mi sono immerso nella disperata ricerca di un artificio che facesse al caso mio. Ebbene ecco cosa ho trovato.

    Il rimedio

    Una volta installari i driver gutenprint, per controllare basta consultare Synaptic, si scopre che attualmente non esistono driver specifici per la Canon Pixma MX300. Su qualche blog inglese ho scoperto però che almeno per quanto riguarda la stampa, si possono tranquillamente utilizzare i driver per la Canon MP150. Per quanto riguarda lo scanner, se scopro qualcosa aggionerò il post. Al momento sembra che i driver della MP150 non fungono per lo scanner. Poco male, almeno riesco a stampare.